Innovare con i grani antichi

Una ricerca tutta toscana studia nuove opportunità per un’alimentazione senza glutine

La varietà alimentare è un argomento che sta molto a cuore alle persone affette da gluten sensitivity, perché eliminare il glutine, fino ad oggi, ha voluto dire sostituirlo prevalentemente con riso e mais e poche altre alternative sono state testate per ampliare il menù. In Italia le persone gluten sensitive sono sei volte più frequenti dei celiaci e sono almeno 3 milioni. Proprio per queste persone gli pseudocerali rappresentano una valida alternativa alimentare. Per “grani antichi” e “pseudocereali” si intendono quelle varietà appartenenti al passato rimaste autentiche e originali come per esempio il grano saraceno, la quinoa, l’amaranto, che sono naturalmente privi di glutine, hanno un basso indice glicemico e sono ricchi di minerali e proteine.

L’azienda toscana Probios, che dal 1978 si occupa di commercializzare e produrre alimenti Bio, ha ben presente questa esigenza ed ha investito con l’obiettivo di testare scientificamente i benefici di certi alimenti.

Tre sono i progetti che negli ultimi anni l’azienda Probios ha intrapreso con l’Università di Firenze.

La sperimentazione con il grano saraceno

Il primo progetto dal titolo “gli effetti del grano saraceno sui soggetti affetti da gluten sensitivity e colon irritabile” è iniziato a gennaio 2015 e si è concluso nel dicembre dello stesso anno. La ricerca si è svolta in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica seguita da Alessandro Casini, docente di Scienze Tecniche Dietetiche Applicate e la Fondazione per la Ricerca e Innovazione.

La sperimentazione ha coinvolto 20 persone. Probios ha fornito a tutti i partecipanti una base di alimenti in grano saraceno, l’unico cereale che potevano assumere durante tutto il periodo di analisi attraverso pasta, grissini, biscotti, fiocchi.

La ricerca si è basata sulla raccolta e l’analisi di dati quantitativi, attraverso il controllo di sintomi gastrointestinali, sintomi sistemici, parametri biochimici, e qualitativi con interviste alle persone per comprendere il grado di miglioramento della qualità della vita seguendo una dieta a base di grano saraceno. I risultati di questo lavoro sono stati presentati al SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) lo scorso dicembre dove si è concluso che il consumo di questo cereale aveva degli effetti positivi sulle persone che hanno partecipato alla ricerca, riducendo sintomi quali mal di testa, affaticamento muscolare, capacità di concentrazione, e anche i parametri biochimici e parametri infiammatori riportavano miglioramenti. Questo è un utile risultato per le persone che soffrono di patologie e spesso sono costrette ad una dieta poco varia prevalentemente a base di mais e riso, alimenti ad alto valore glicemico.

Altri due progetti sono in cantiere, uno sui cereali e pseudocereali di quinoa, miglio, amaranto per la celiachia, inizio previsto per giugno 2016 sempre coordinato dal Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica. Poi c’è in corso un terzo progetto sulla possibilità di coltivazione di amaranto e quinoa in Italia che si sta svolgendo in collaborazione con la Scuola di Agraria dell’Università di Firenze.

L’Europa pensa Bio?

La Commissione Europea ha costituito da qualche anno l’Osservatorio di Bioeconomia con l’obiettivo di valutare i progressi e l’impatto dello sviluppo della bioeconomia nell’Unione Europea e monitorare le ricerca e innovazione in questo settore. Un ente dedicato alla promozione di un’economia fondata sull’uso intelligente delle risorse biologiche e rinnovabili provenienti dalla terra e dal mare e della produzione di alimenti.

L’Osservatorio a febbraio 2016 ha organizzato un incontro convocando le aziende europee più rappresentative del settore Bio per comprenderne i bisogni e mettere in atto la una strategia di sviluppo. Il portavoce per l’Italia è stata l’azienda Probios. Lorenzo Tonini, Responsabile di Ricerca e Sviluppo di Probios, che è appena rientrato dalla visita alla Commissione Europea, ci racconta che in effetti la sensibilità dell’Europa verso le imprese che lavorano in ambiti di sostenibilità è aumentata, infatti saranno distribuiti nuovi fondi Horizon 2020 attraverso bandi di finanziamento. A tal fine sono stati destinati 4,7 miliardi di euro alla sfida “Sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima e bioeconomia” quindi teniamoci informati e pronti a mettere in pratica idee e soluzioni BIO!

Per Informazioni sul progetto:

 

 

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fondazione ricerca unifi

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